Spugne hi-tech per combattere la scarsità d’acqua.

Come materiali innovativi potrebbero estrarre acqua dall’aria

La crisi idrica globale richiede soluzioni innovative, e una delle più promettenti arriva dai materiali porosi, ispirati alle spugne. Questi dispositivi, sviluppati grazie alla ricerca avanzata in chimica e scienza dei materiali, potrebbero catturare l’umidità atmosferica e trasformarla in acqua potabile, anche in zone aride.

Il principio: imitare la natura

Alcuni organismi, come i Muschi del deserto o lo Scarabatto della Namibia, sopravvivono in ambienti secchi assorbendo l’umidità notturna. I ricercatori hanno replicato questo meccanismo creando:

  • MOF (Metal-Organic Framework): strutture metallo-organiche ultra-assorbenti.
  • Idrogel nanoporosi: polimeri in grado di condensare vapore acqueo.

Vantaggi rispetto alle tecnologie esistenti

  1. Efficienza energetica: funzionano senza elettricità, a differenza dei dissalatori.
  2. Adattabilità: utili in deserti, ma anche in città con umidità moderata.
  3. Scalabilità: potrebbero essere integrati in sistemi domestici o agricoli.

Sfide aperte

  • Costi: i MOF sono ancora troppo cari per un uso massivo.
  • Manutenzione: necessitano di pulizia per evitare contaminazioni.
  • Rendimento: oggi producono pochi litri d’acqua al giorno.

Prospettive future

Secondo gli scienziati, ottimizzando questi materiali entro il 2030 si potrebbero creare “foreste artificiali” in grado di generare migliaia di litri d’acqua al giorno, rivoluzionando la gestione delle risorse idriche.

Maggiori info qui: https://www.scienzainrete.it/articolo/spugne-contro-crisi-idrica-mondiale/gloria-tirabassi/2022-03-21